Scuola Icarus L’Aquila, “Con la musica vi insegniamo a volare”.

Canto, violino, basso o l’organetto “du botte”: questo e tanto altro alla scuola di musica Icarus dell’Aquila di Graziano Santucci e Stefano del Vecchio.

Icarus è la scuola di musica e canto “Made in L’Aquila”, nata nel 2003 da un sogno di Graziano Santucci e Stefano Del Vecchio.

Icarus è il nome della scuola, ispirato al figlio dell’inventore Dedalo e, proprio come colui che voleva volare, è un posto dove si cerca di dare gli strumenti per “spiccare il volo”. Non è una semplice scuola di musica e canto: ma un posto dove si possono coltivare passioni e ambizioni, guidati fin da bambini, da un team i docenti esperti e qualificati.

scuola icarus

Stefano Del Vecchio e Graziano Santucci sono entrambi musicisti, il primo ingegnere del suono e il secondo diplomato in pianoforte. Oltre alla scuola Icarus entrambi vantano collaborazioni all’attivo con artisti internazionali del jazz come Stefano Bollani, Fabrizio Bosso o l’aquilana Simona Molinari e tanti tanti altri artisti.

La band che accompagna Simona Molinari fin dalla sua prima partecipazione a Sanremo è stata formata all’interno della scuola Icarus ed è composta dagli stessi docenti.

scuola icarus

La scuola Icarus ha compiuto proprio quest’anno la maggiore età. Un lasso di tempo importante che l’ha traghettata attraverso due scogli importanti: il terremoto del 6 aprile 2009 e tutte le difficoltà conseguenti la pandemia.

La scuola Icarus insomma con il compimento della maggiore età e seguendo le esigenze del momento, ha cambiato pelle, andando incontro alle più disparate esigenze. Non solo pelle, ma anche ubicazione: fino al terremoto è stata in centro, in via dei Giardini, poi, causa sisma, si è spostata prima in una struttura provvisoria a Sant’Elia e adesso si trova su Viale della Croce Rossa, al civico 117d.

scuola icarus

Attualmente sono circa 300 gli allievi iscritti e 30 i docenti che vengono da tutto l’Abruzzo, con aperture anche a collaborazioni o masterclass con nomi di spicco nazionali e internazionali.

Ci sono corsi di canto moderno, musicoterapia, chitarra moderna, violino, basso e contrabbasso, batteria, pianoforte, fisarmonica, organetto “du botte” , uno strumento tratto antico quanto nuovo e che sta vivendo una seconda giovinezza.

La durata delle lezioni va da un minimo di 30 minuti, per i più piccoli, fino ad un massimo di 90 minuti e sono completamente personalizzabili in base ai pacchetti disponibili. Le lezioni individuali sono modellate sulle specifiche esigenze dell’allievo, a cui viene data la possibilità di scegliere un programma personalizzato che gli permetta, fin dalle primissime lezioni, di cimentarsi con il suo repertorio preferito.

Per scelta i corsi sono solo individuali, in modo che il docente possa relazionarsi direttamente con l’allievo, creando un rapporto anche ‘ematico’ per riuscire a ‘sentire’ le note ancora prima di impararle e trasferirle sullo strumento.

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“Quest’ultima caratteristica fa sì che l’allievo venga seguito con il giusto metodo ed attenzione. Inoltre, il fatto che le lezioni siano individuali, ci da modo di rientrare nelle disposizioni governative per la lotta al Covid19”, spiegano Stefano Del Vecchio e Graziano Santucci, intervistati dal Capoluogo.

“Nei nostri corsi seguiamo una metodologia moderna che consente di aprirci a tutte le fasce, accompagnando i nostri allievi fin dalla tenera età incuriosendoli con metodi innovativi, una didattica inclusiva e stimolante”.

“L’età media di chi approccia ad un corso si è abbassata, abbiamo sempre più bambini e ragazzini che vogliono imparare a cantare o a suonare uno strumento, quindi abbiamo dovuto rinnovarci e soprattutto affrontare questo ultimo anno e mezzo caratterizzato dall’isolamento e dalle chiusure conseguenti il lockdown”.

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La scuola Icarus in ogni caso non si è fermata nemmeno a causa del Covid, portando nelle case degli allievi note musicali e socialità, seppur a distanza, “anche per non perdere i contatti umani. Dobbiamo tenere presente che alcuni dei nostri primi allievi, e che ancora oggi frequentano i nostri corsi, sono figli di un terremoto, vittime inconsapevoli di uno spopolamento e di una disgregazione che a fatica avevamo cercato di rimettere insieme”.

“Per noi aquilani la ‘botta’ della pandemia non è stata solo sanitaria, ma in qualche modo ci ha riportato indietro di quasi 12 anni, per questo non abbiamo voluto e non potevamo mollare”.

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Quindi, i docenti di Icarus, hanno continuato con le lezioni, a distanza e in forma ridotta. “Per chi suona o canta, l’esercizio quotidiano e costante è fondamentale e sappiamo bene che senza sacrifici non si ottengono risultati. Noi, che venivamo da una gavetta lunghissima, ne siamo consapevoli. Lo scopo di un educatore è anche questo, dare l’esempio”.

“Non solo, in un momento delicato come quello che abbiamo vissuto, avere qualcosa da fare, sentirsi impegnati o avere un appuntamento seppur ‘virtuale’, è stato anche una valvola di sfogo”.

Adesso, che finalmente si è tornati in presenza, c’è una gran voglia di fare, di movimento, di tornare a esibirsi per il pubblico. Tanti i progetti imminenti, alcuni ancora “top secret”. “Ci saranno masterclass di musica jazz che coinvolgeranno una serie di collaborazioni. Da gennaio partiranno anche i laboratori di musica d’insieme dove i nostri allievi verranno messi in piccoli gruppi per formare delle band”.

“C’è tanta voglia di riportare il pubblico – spiega Stefano – , ci stanno chiedendo proprio di suonare tutti insieme. C’è voglia di socialità, che poi è il fine primario dell’arte in generale e della musica in particolare: non impariamo a suonare per noi stessi, ma anche per il pubblico, per esibirsi, per stare insieme”.

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Tra gli ultimi eventi, la scuola Icarus ha partecipato alla manifestazione che si è tenuta all’Auditorium del Parco, la Rassegna di musica d’autore Gong-Oh!, nata nel 2011 e ispirata all’omonima canzone del maestro astigiano Paolo Conte.

“Noi siamo qui:  pronti anche a soddisfare anche solo qualche curiosità: ce la mettiamo tutta, ma soprattutto ci mettiamo il cuore!”.